Ultimamente ho ripreso a leggere. Io che ero stata un’avida lettrice in gioventù, ho decisamente “rallentato i miei ritmi di lettura” negli ultimi anni, forse per il poco tempo, forse per la stanchezza, sta di fatto che non leggevo da tempo. Si perché leggere è un po’ come uno sport, bisogna essere appassionati e allenati. E io, non leggendo da tempo, facevo fatica ad andare oltre alle 5 – 10 pagine di lettura consecutive. Poi, all’improvviso, metti anche la frequentazione con una persona che legge tantissimo e mi è stata sicuramente da stimolo, ho ripreso questa “vecchia” e piacevolissima passione; qui vi parlo dei libri che ho letto a Luglio sperando di potervi “ispirare” verso nuove ed interessanti letture! E voi? Quali sono i vostri “libri da leggere”? Del resto leggere è un po’ viaggiare: “Il buon lettore è come un viaggiatore curioso: ogni libro scelto rappresenta l’inizio di un viaggio dove poter esplorare nuovi mondi e arricchire la propria mente.”
- Niente di Vero – Veronica Raimo
- La fiaba nucleare dell’uomo bambino – Hamid Ismailov
- Auschwitz spiegato a mia figlia – Annette Wieviorka
- Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici – Daria Bignardi
- Non vi lascerò orfani – Daria Bignardi
- Niente di Vero
Autore: Veronica Raimo
Genere: Romanzo
Pagine: 176
Data pubblicazione: 1 febbraio 2022
La mia valutazione: 4/5
Un breve romanzo autobiografico scorrevole, divertente e anche un po’ “amaro” ma, è la mia opinione, non all’altezza delle aspettative che mi ero fatta a fronte del successo che ha avuto. Non so se al lettore rimane veramente qualcosa.
- La fiaba nucleare dell’uomo bambino
Autore: Hamid Ismailov
Genere: Romanzo
Pagine: 128
Data pubblicazione: 2021
La mia valutazione: 4/5
Hamid Ismailov è nato nel 1954 e cresciuto in Uzbekistan fino ai primi anni novanta quando dovette abbandonare il paese a causa delle persecuzioni del regime. Trasferitosi nel Regno Unito ha lavorato per circa 25 anni per BBC. Ha scritto diversi libri di poesia e narrativa pubblicati in varie lingue. I suoi testi sono ad oggi ancora bandite in Uzbekistan.
La voce narrante del racconto è quella di un viaggiatore che sta attraversando in treno la sterminata e monotona steppa kazaka. Durante il viaggio il narratore incontra un uomo che suona magistralmente il violino: si tratta di Erzhan, il protagonista della storia, un giovane adulto “rinchiuso” nel corpo di un dodicenne. Inizia così il misterioso racconto dell’uomo bambino, nato durante la guerra fredda in una sperduta stazione ferroviaria della steppa. La sua infanzia è serena in questo microcosmo ai confini del mondo: i nonni, lo zio, il violino, la scuola, l’amore per la vicina di casa Ajsul. A fianco a questo “mondo magico”, lento, quasi immobile, caratterizzato da vecchie credenze ancestrali delle detonazioni oscurano il cielo e fanno tremare la terra, si tratta della Zona, un’area recintata al centro della steppa. Finchè un giorno, a 12 anni, Erzhan si immerge, nonostante i divieti, nelle acque del Lago Morto creatosi in seguito a un’esplosione nucleare. E da allora, il suo corpo smette di crescere.
Cosa gli è successo? E’ stato un incantesimo o una malattia a fermare la sua crescita? Quello che è certo è che la sua anima cresce imprigionata in un corpo che, al contrario, resta immutato. “Ci si può liberare della propria anima nel crescere e invecchiare del corpo e se questo corpo si arresta nel suo movimento eterno, accade altrettanto all’ anima? “
Una fiaba poetica, quasi ipnotica, caratterizzata da un continuo alternarsi di reale e immaginario, di sogno e realtà.
- Auschwitz spiegato a mia figlia
Autore: Annette Wieviorka
Genere: Saggio
Pagine: 82
Data pubblicazione: 2014
La mia valutazione: 3/5
Annette Wieviorka è nata nel 1948 ed è una storica francese specialista di Shoah e storia degli ebrei.
In questo testo Annette Wieviorka risponde alle domande che la figlia Mathilde le fa su Auschwitz: perché Hitler riteneva che gli ebrei fossero una minaccia? Chi sapeva quello che succedeva? Perché gli ebrei non hanno opposto resistenza? …. Un libro carino che ho acquistato prima di andare a visitare con Gabriele Dachau a Monaco di Baviera. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più, Gabriele, avendo fatto la terza media sapeva già la maggior parte di quanto raccontato nel libro. Perfetto invece se si vuol parlare di queste cose con bambini un po’ più piccoli.
- Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici
Autore: Daria Bignardi
Genere: Romanzo
Pagine: 176
Data pubblicazione: 2022
La mia valutazione: 5/5
Questo libro è stata per me una vera rivelazione. Nel senso che ho scoperto un lato dell’autrice che non conoscevo e che mai le avrei attribuito. Lei, apparentemente sempre così moderata, forte ed equilibrata svela in questo libro il suo lato sensibile, ansioso, emotivo ma soprattutto rivela con sincerità ed ironia le contraddizioni, le ossessioni, le fatiche della sua e della nostra (mia) esistenza.
Partendo dai libri che l’anno formata Daria Bignardi, instancabile lettrice “io da ragazza ero una lettrice agonistica”, narra se stessa ma soprattutto la difficoltà e la fatica che si compie nel conoscere sé stessi, ciascuno con le proprie zone d’ombra, con le proprie paure, con le proprie ansie, malinconie, difetti, … Leggero e, paradossalmente, profondo. Questo è, per me, un libro da leggere assolutamente!
- Non vi lascerò orfani
Autore: Daria Bignardi
Genere: Romanzo
Pagine: 180
Data pubblicazione: 2021
La mia valutazione: 4/5
Libro autobiografico che la Bignardi ha scritto dopo la morte della madre in cui racconta le vicende della famiglia partendo dai bisnonni e dai nonni fino ad arrivare ai suoi genitori, alla sorella e al gatto Micione. Alle vicende personali si alternano riflessioni e considerazioni dell’autrice sulla vita ed in particolare sulla scomparsa dei genitori e come ciò si ripercuote, a qualunque età accada, sui figli. Questo libro parla anche della vita, del fatto che è sempre meglio dare piuttosto che non dare, anche quando si sbaglia. Quando “si da” si lascia qualcosa rendendoci ciò che siamo. Rendendoci vivi. Un altro tema trattato è quello del rapporto madre-figlia, un rapporto complicato che oscilla incessantemente tra trasporto e identificazione ed il bisogno, a tratti, di separarsi, di quella necessità di voler scrivere il proprio destino che spesso sta alla base dei conflitti.
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