Oggi abbiamo visitato la mostra fotografica di Henri Cartier-Bresson Cina 1948-49/1958 presso il MUDEC – Museo delle Culture .
Sinceramente non è facile sintetizzare in poche righe quello che vorrei dire.
Non è facile perché questa mostra è, per me, molto più di una “raccolta” di fotografie.
È il racconto fotografico di due incredibili momenti storici.
È stato il modo per approfondire la mia conoscenza di uno dei più grandi fotoreporter di sempre.
Ma soprattutto è stato, per me, un viaggio indietro nel tempo, un ricordo dei miei viaggi in oriente, a quello in Cina in particolare. Nel guardare quelle foto mi son sentita proiettata nel passato: in quelle strade polverose, in quei marcati chiassosi, in quei cortili dove i bambini facevano le gare con i loro grilli,… Posti che ho tanto amato. Di fronte a quelle foto ho provato emozioni e un’incredibile nostalgia e voglia di tornare in asia.
Ecco cosa è Cartier-Bresson: emozioni. Del resto erano le emozioni che lo spingevano continuamente a cogliere e immortalare l’attimo, quel momento perfetto in cui mente, cuore e occhio sono sulla stessa linea.
Mostra bellissima.
- Mostra Henri Cartier-Bresson: Cina 1948-49/1958
- Riflessioni personali sulla mostra
- Chi era Henri Cartier-Bresson
- Dove si trova la mostra?
- Come arrivare al MUDEC
- Costi ed altre info
- Mostra Henri Cartier-Bresson: Cina 1948-49/1958
La mostra espone più di 100 stampe originali delle foto scattate da Henri Cartier-Bresson durante i suoi “soggiorni” cinesi come fotoreport per documentare due momenti fondamentali nella storia della Cina: la caduta del Kuomintang e l’avvento del regime comunista (1948-49) e il grande boom economico o meglio “il grande balzo in avanti” di Mao Zedong (1958).
Nel Novembre del 1948 infatti, la rivista “Life” commissiona a Bresson un reportage sugli ultimi giorni della Cina prima dell’arrivo delle truppe di Mao. Il fotoreporter doveva rimanere 2 settimane, vi resterà quasi un anno, andando via proprio pochi giorni prima della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese.
Il tutto è arricchito da giornali e documenti dell’epoca ma soprattutto da un video introduttivo (lo trovate subito all’ingresso) su Henri Cartier-Bresson, sul suo pensiero, sulla fotografia e sul suo modo di concepire il mondo. Molto interessante, vi consiglio di fermarvi ad ascoltarlo perché vi permetterà di capire “un po’ di più” la vera essenza di questo fotografo veramente unico e che personalmente adoro.
Attraverso i suoi scatti Cartier-Bresson riesce a far conoscere all’occidente aspetti tenuti nascosti dalla propaganda del regime comunista come lo sfruttamento delle risorse umane e l’onnipresenza dell’esercito.
- Riflessioni personali sulla mostra
È stata l’occasione per riflettere con Gabriele su vari temi.
Nel week end ad esempio Gabri doveva fare un componimento sui “bambini soldato” e la foto scattata da Bresson nel 1948, che immortala le nuove reclute (tra cui molti ragazzini) nel cortile di un palazzo con una madre che cerca suo figlio, è stata un ottimo spunto di riflessione e un punto di partenza per il suo tema.
E ancora, le mascherine che abbiamo iniziato a usare durante la pandemia Covid compaiono già nella foto scattata dal fotografo a un passante davanti alla Porta Wu Men nella Città Proibita (dove tra l’altro siamo stati quando lui aveva 4 anni!). Le mascherine forse andrebbero portante ogni volta che si è raffreddati e non si sta bene ;-)?
Andare in Cina? Ecco il nostro viaggio in fai da te
Libri sulla Cina? La mia TOP LIST con 40 libri sulla Cina (e più)!
Giochi Cina, Dou Shou Qi: come realizzarlo e come giocare!
Ci sono poi i rifugiati che, nel 1949, salpano sulle piccole imbarcazioni sullo Yangtze, poco ci vuole per fare un parallelismo con i gommoni che partono dalle coste africane e con i rifugiati ucraini di questi giorni.
In realtà la foto che lo ha maggiormente colpito non “narra” un evento storico, ma un dramma. È una foto “emozionale” come solo Bresson riesce a fare con la sua Leica, è l’immagine del corpo di un neonato morto su un marciapiede, avvolto in una pezza di stoffa rossa. Crudo e commovente.
- Chi era Henri Cartier-Bresson
Henri Cartier-Bresson è considerato un pioniere del fotogiornalismo tanto da essere soprannominato l’”occhio del secolo”. Ha fondato, assieme ad altri fotografi tra cui Robert Capa, la Magnum Photos, una delle più grandi agenzie fotografiche del mondo.
Bresson, ha cambiato, con il suo stile il modo di osservare la realtà e intendere la fotografia. Osservatore silenzioso riesce a catturare l’istante, quell’attimo fugace che mai tornerà e che dice tantissimo.
Credo che nulla sintetizzi meglio il suo stile di questa sua frase:
“Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo in evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere.”
- Dove si trova la mostra?
La mostra di Henri Cartier-Bresson si trova al MUDEC ossia al Museo delle Culture realizzato attorno agli anni 1990 quando il Comune di Milano trasformò le fabbriche dismesse di quella che era l’area industriale dell’Ansaldo in studi, laboratori creativi e in un polo multidisciplinare dedicato alle diverse culture del mondo oggi sede di mostre e incontri.
- Come arrivare al MUDEC
Il MUDEC si trova a circa 10/15 minuti a piedi dalla stazione della Metro di Porta Genova.
Per chi arriva da “fuori Milano” in treno come noi, basta prendere dalla stazione di Milano Centrale la linea 2 (in direzione Abbiategrasso) e scendere a Porta Genova (circa 12 minuti) e da qui andare a piedi al museo 😉
- Costi ed altre info
La mostra si concluderà il 3 luglio 2022.
Il biglietto intero costa 14 euro, i bambini dai 6 ai 13 anni pagano 8 euro, mentre dai 14 ai 26 anni si paga 12 euro. Nel link qui sotto trovate comunque tutte le tariffe 😉
Qui vi lascio il link per acquistare i biglietti online e per tutte le info aggiornate sulla mostra.
Commenti recenti