Sapa, nel nord del Vietnam, si trova abbarbicata sui pendii orientali dei monti Hoang Lien detti anche Alpi tonchinesi. Il panorama è caratterizzato da una splendida vegetazione e da risaie. E’ sicuramente una meta imperdibile per chi visita il Nord del Vietnam ma i giudizi sono spesso discordanti: alcuni se ne innamorano altri dicono che è troppo turistica. Di sicuro se state cercando un paese di montagna lontano dal mondo e dal turismo Sapa non fa per voi, tuttavia io, nonostante ciò, me ne sono innamorata e, ora, nel momento in cui scrivo, la ricordo con nostalgia. Se volete saperne più date una letta a questo post!
I primi a raccontare di Sapa furono i gesuiti nel 1918, successivamente i francesi la trasformarono nella loro località di villeggiatura montana costruendovi ville e alberghi. Ci furono poi la Seconda Guerra Mondiale, l’invasione giapponese e la guerra sino-vietnamita. Ma, con la successiva riapertura del turismo, Sapa è rinata diventando una meta gettonata dai turisti stranieri, forse troppi: le stradine centrali della città sono un susseguirsi di negozi con abbigliamento da trekking, cambiavalute, ristoranti, bar e agenzie di viaggio.
Come dicevo prima la città è abbarbicata sui pendii della montagna, è disposta su più livelli collegati fra loro da scalinate e stradine in salita più o meno tortuose. In giro, nelle strade sempre affollate, anche sotto la piaggia, si incontrano le popolazioni locali, le principali sono i Dao rossi e gli Hmong neri con i loro abiti color indaco.
Nel fine settimana si tiene un grande mercato che vende di tutto dalle verdure e frutta, agli uccellini chiusi in gabbiette metalliche e ancora coltelli, prodotti artigianali, vestiti,….
Il cuore della città è la grande piazza con la chiesa, qui si ritrova la gente del posto a giocare a palla, a scacchi umani (le pedine sono le persone in carne e ossa), a chiacchierare, a organizzare feste per il fine settimana. Quando siamo andati noi c’era un concerto in un ambiente surreale avvolto nella nebbia.
Nei dintorni della piazza ci sono decine di bancarelle gestite da giovani e non giovani vietnamite vestite con abiti dai colori vivaci, grandi orecchini a cerchio e monili d’argento. Nelle bancarelle potrete acquistare gonne variopinte, braccialetti in stoffa, bracciali d’argento e tanti altri oggetti d’artigianato.
Nei dintorni di Sapa si possono fare tantissime escursioni per ammirare le risaie, i piccoli villaggi rurali, grotte e cascate.
La vetta più elevata si trova a 8 km da Sapa, è il monte Fansipan coperto fino a 200 metri da una vegetazione subtropicale per poi passare alla foresta temperata, è alto in tutto più di 3000 metri. Qui è possibile fare vari trekking, meglio se con le guide locali.
Il villaggio di Cat Cat si trova a soli 3 km da Sapa ed è comodamente visitabile a piedi anche se molti fanno l’andata in discesa a piedi e il ritorno in moto taxi. Qui abitano gli Hmong neri che vivono in case di fango, canne, paglia e bambù ed è possibile visitarne alcune. Noi abbiamo deciso di visitarla per conto nostro in totale autonomia vagando tra il villaggio, le risaie e gli assembramenti di case sparpagliati sui pendii delle montagne. Che dire, il villaggio in quanto tale è carino, turistico, pieno di bancarelle con gonne colorate, bracciali d’argento e statuine in legno. Se andate vi consiglio di perdervi nelle stradine laterali, noi abbiamo camminato un po passando in mezzo a campi, orti, recinti con animali fino ad arrivare a una scuola isolata dove i bambini facevano ricreazione. Gabri si è unito a loro a giocare a una partita di calcio dove la palla era una vecchia lattina di coca cola. Sono entrata nelle classi, ho guardato le loro lavagne col cancellino, i loro sussidiari e quaderni, poi mi sono seduta sui gradini a guardare i bambini giocare. E in quel momento mi son sentita serena e felice di quel viaggio.
Altri villaggi nei dintorni di Sapa sono Sin Chai che si trova a 4 km ed è meno turistico, quello di Ta Phin a 10 km abitato dai Dao Rossi. Mentre a 15 km da Sapa c’è la Thac Bac ossia la Cascata d’Argento alta 100 metri con le bancarelle delle donne di etnia Kinh, Hmong rossa e Dao nera che vendono frutta e verdura.
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