Viaggiare con bambini? Si o No? Quante volte ho sentito questa domanda! Certo, noi mamme “viaggiatrici” rispondiamo sempre con entusiasmo e determinazione “si, bisogna viaggiare con i bambini! perchè così crescono curiosi, imparano ad adattarsi a situazioni sempre diverse, perché il viaggio accresce la conoscenza e la fantasia,…”. Bene, per quanto condivida tutto questo, credo che chi viaggia con bambini lo faccia soprattutto perché il viaggio é la sua passione, la passione di noi adulti intendo. Detto ciò ho pensato di chiedere un’opinione sul tema “viaggi con bambini” a una persona “super partes” (che poi, visto il mestiere che fa, poi così super partes forse non è ;-)) ossia a un’insegnante di scuola primaria. Qui trovate cosa ne pensa …. e voi cosa ne pensate?
Mi chiamo Greta, ho 30 anni, sono un’insegnante di scuola primaria, e sono, come tutti voi, un’amante sfegatata dei viaggi! Partirei ogni cinque minuti per ovunque; il mio regalo preferito? Un biglietto aereo/del treno/ della nave; il mio gadget preferito? Le storie; il mio contenitore preferito? Il trolley. Ma in questo articolo non ho intenzione di annoiarvi con le mie storie o i miei aneddoti di viaggio, vi parlerò da insegnante: didatticamente parlando, viaggiare fa bene? O più che far bene, la domanda più opportuna, considerando la tematica di fondo è: ma a un bambino serve viaggiare?
E la mia risposta, che combacerà sicuramente con le vostre, è si! Ma perchè?! (troppe domande, scusate, deformazione professionale!!).
Il perchè ce lo dicono tra le righe le Indicazioni Nazionali stilate dal Miur nel lontano 2000, entrate in vigore nel 2012, e in continuo aggiornamento e soggetto a verifiche e correzioni, l’ultimo dei quali porta il numero 2018 in fondo alla data. Cosa sono le “Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione”? Sicuramente creano panico!
A parte il primo momento di spaesamento che ti impone di leggere il titolo del decreto almeno 3 volte (salvo poi scoprire essere quello che ha soppiantato i famosi “programmi scolastici”) in buona sostanza sono delle Indicazioni (arguta deduzione) che identificano gli obiettivi di competenza che ogni alunno dovrebbe raggiungere nelle varie discipline al termine di ogni ordine scolastico.
Non si parla più, quindi, di apprendere in maniera indiretta ma di sviluppare competenze.
Cito testualmente “[…] L’orizzonte territoriale della scuola si allarga. Ogni specifico territorio possiede legami con le varie parti del mondo, e con ciò stesso costituisce un microcosmo che su scala locale riproduce opportunità, interazioni, tensioni, convivenze locali. […] Nel suo itinerario formativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse…l’intercultura è oggi il modello che permette a tutti i bambini e ragazzi il riconoscimento reciproco e dell’identità di ciascuno […] la scuola prosegue su una doppia linea formativa: una verticale e una orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educativo: la famiglia in primo luogo” (abstract dell’articolo della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n° 30, del 5 Febbraio 2013)
Da quanto riportato, si evidenzia una corresponsabilità tra scuola e famiglia, al fine di poter raggiungere l’obiettivo comune di formare un adulto, un cittadino, un Uomo consapevole, autonomo, rispettoso, non solo nei confronti della propria sfera personale, ma nei confronti del mondo, perché il mondo è anche casa sua, e per questo deve conoscerlo, custodirlo, ed esserne responsabile.
Oltre alla centralità di un’educazione vista e sviluppata a 360° attorno alla persona, c’è un’altra leva fondamentale: l’esperienza e la partecipazione attiva dell’alunno al suo processo di sviluppo, fare per conoscere.
Potrei a questo punto citare innumerevoli passaggi delle Indicazioni, ma questo articolo diventerebbe un poema più che una lettura di svago: facciamo così, fidatevi! Oppure scaricatevi le Indicazioni Nazionali dal sito del Miur, anche perchè è vostro sacrosanto diritto averle e leggerle.
E cosa c’è di più istruttivo, e perfettamente calato nel nuovo orientamento scolastico, se non il viaggio? Toccare con mano la storia visitando siti archeologici; studiare la natura annusando profumi, scavando nella sabbia, visitando ghiacciai; entrare in contatto con le proprie radici culturali passeggiando tra i borghi antichi italiani; approfondire storia dell’arte o architettura ammirando cattedrali e mausolei; ma soprattutto, essere cittadini del mondo, conoscere per rispettare l’altro, per diventare un adulto non razzista ma aperto alla diversità culturale (che non significa mettere da parte la propria a favore di un’altra, ma significa non avere pregiudizi infondati al momento dell’incontro con la diversità).
Tutto questo è difficile da imparare sui libri di scuola, è anzi difficilissimo parlare di diversità all’interno di classi chiuse: per fare questo occorre viaggiare, viaggiare e ancora viaggiare, respirare arie lontane, scoprire che il nostro concetto di casa (avete presente quella fatta con il tetto spiovente, le finestre a quadretti e un albero alto di fianco?), ecco, che Casa per un bambino cinese è un’altra cosa; che la parola “albero” scatena nel bambino del nord Italia l’idea di un abete mentre un bambino siciliano pensa a un albero di agrumi, e un bambino balinese penserà a una palma; e se studi la coltivazione di riso di una regione italiana in quinta elementare, te la ricorderai meglio se mamma e papà ti porteranno a visitare le risaie della pianura padana (e a mangiare un buon risotto), e quando sarai grande (ma neanche troppo) e visiterai le risaie orientali, saprai fare da solo un confronto con quelle italiane, e avrai sviluppato competenze di osservazione, capacità critica, e via discorrendo.. e potrei andare avanti per ore.
Viaggiate con i vostri bambini, perchè sì, è costruttivo, educativo, e in linea con l’idea di educazione ministeriale!
Io ho figli e quando erano piccole abbiamo sempre viaggiato per l’Italia facendole apprezzare le bellezze del nostro Paese ! Viaggiare con i bambini fa bene ai figli e nuche ai genitori
Verissimo Giuseppe, condivido al 100%!!! E grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi 😀
Brava Greta il tuo articolo è ricco di spunti e riflessioni interessanti!
Complimenti Greta.
Ottime riflessioni che, in qualità di genitore di 2 bambine, approvo e condivido!
Grazie Marco…la penso esattamente come te!
Sono d’accordo con te ,Greta
Che bell’articolo, davvero! Spiegato molto bene e con immagini così belle che indurrebbero chiunque a partire coi propri figli. Io sto cercando di farlo da sempre ma a mia figlia purtroppo non piace molto viaggiare. Devo sempre cercare di scegliere qualcosa che susciti il suo interesse. Quest’anno per la prima volta mi ha chiesto che le piacerebbe visitare Londra: ho gridato al miracolooooo 😂
….che bella Londra!…sarà l’inizio di una serie di viaggi bellissimi!
Bellissimo, articoli del genere aiutano anche noi genitori. Grazie.
Che bello ricevere il tuo commento….il nostro obiettivo e’esattamenTe questo!