Noi ci siamo stati in coppia, prima che nascesse il nostro cucciolo, ma l’arcipelago si presta ad essere visitato anche con bambini: la popolazione è tranquilla e cordiale, non sono richieste vaccinazioni, il fuso orario è modesto e facilmente sostenibile anche per i più piccoli (3 ore avanti che diventano 2 quando in Italia vige l’ora legale). Ci sono quindi tutte le premesse per trascorrere in famiglia una bella vacanza in un paradiso naturale incontaminato.

L’arcipelago si compone di un centinaio di piccole isole, molte delle quali disabitate, che si estendono su uno spazio molto esteso dell’Oceano Indiano. Noi ci siamo concentrati sulle tre più rinomate isole granitiche del nord: Mahe, Praslin e La Digue. La pianificazione dei giorni da dedicare ad ogni isola dipende dagli interessi e dalle esigenze di ognuno. Noi che preferiamo il mare e la natura da vivere in totale tranquillità abbiamo trovato a La Digue la nostra dimensione perfetta e li saremmo stati volentieri qualche giorno in più, ma meritano assolutamente una visita anche Praslin e la più grande Mahe.

Durante le nostre due settimane di soggiorno, a luglio, il meteo è stato abbastanza buono con giornate per lo piu’ serene alternate a qualche nuvola e a rari acquazzoni. In generale, l’arcipelago ha un clima tropicale e, data la vicinanza all’equatore, un’escursione termica minima. La stagione secca va da maggio a novembre, con giornate più soleggiate ma anche più ventose per il soffiare degli alisei di sud-est che rendono il mare più mosso, per la gioia degli amanti delle onde. La stagione delle piogge si colloca tra dicembre e marzo, con un mare più calmo ma con maggiori precipitazioni e umidità che rendono ancora piu’ verde la lussureggiante vegetazione.

La nostra vacanza e’ stata organizzata in autonomia, prenotando a marzo il volo sul sito dell’ Air Seychelles per luglio, contattando alcune guesthouse locali ed effettuando la prenotazione con un semplice scambio di email. La scelta si è rivelata azzeccatissima e, almeno per noi, assolutamente preferibile ai resort di lusso, molto più cari e freddi rispetto alle piccole strutture a conduzione familiare che consentono di entrare veramente in contatto con gli usi, costumi e tradizioni locali.

Il nostro volo con partenza Roma Fiumicino e destinazione Victoria, la capitale, nell’isola di Mahe, e’ durato circa 8 ore. Attualmente non esiste più un volo diretto dall’Italia e tutte le compagnie aeree effettuano uno scalo che allunga di qualche ora i tempi di arrivo alle Seychelles. Una volta scesi a Mahe, un piccolo aeroplanino dell’Air Seychelles, prenotato dall’Italia, ci ha condotto in circa quindici minuti a Praslin e da lì, con un battello, siamo arrivati a La Digue dove siamo rimasti per 5 giorni. Noi abbiamo preferito raggiungere fin da subito La Digue anche se il viaggio nel complesso è piuttosto lungo e stancante, eventualmente ci si può fermare a Mahe, visitarla e partire per le altre isole dopo qualche giorno, la scelta è prettamente soggettiva e personale.

In ogni caso La Digue va assolutamente vista, l’isola è un paradiso, appena toccato il suolo ci è sembrato di essere catapultati indietro nel tempo, non ci sono auto, è girabile solo in bicicletta o con caratteristici carretti trainati da buoi. Il luogo e’ perfetto anche per una vacanza con bambini, in un’atmosfera assolutamente rilassante e senza pericoli, con la possibilità di richiedere un seggiolino per i più piccoli da sistemare sulla bici.

Abbiamo soggiornato in una piccola e semplice guesthouse in stile coloniale, Kot Babi, con un ottimo rapporto qualità prezzo, in zona La Passe, vicina al molo e ai pochi negozi dell’isola. Il titolare e’ una persona molto cordiale, ha cucinato per noi delle indimenticabili cene a base di pesce che abbiamo condiviso in un unico tavolo in veranda con gli altri ospiti, in un ambiente spartano ma molto conviviale.

La Digue e’ sinonimo di spiagge paradisiache e la nostra prima meta e’ stata Anse Souce d’Argent, la più famosa di tutto l’arcipelago nonché la più pubblicizzata su tutti i cataloghi dei tour operator. L’abbiamo raggiunta al mattino in bicicletta, seguendo il sentiero che attraversa la vecchia piantagione di palme da cocco de l’Union, previo pagamento di un biglietto di ingresso. Ad accoglierci una spiaggia di sabbia bianchissima con un’acqua cristallina e grossi scogli granitici levigati dalle onde, uno spettacolo!!! Abbiamo trascorso li l’intera giornata, difficilissimo andar via, abbiamo nuotato ammirando il fondale ricco di pesci in compagnia di alcune tartarughe marine, camminato sul bagnasciuga delle varie calette che la formano, preso il sole, scattato una serie infinita di fotografie in vari momenti della giornata, con l’alta e la bassa marea che si alternano ogni 6 ore.

Non può inoltre mancare la spiaggia di Grand Anse, sul tratto sud orientale dell’isola, raggiungibile in bicicletta con un po’ più di fatica (eventualmente da trainare a braccia nel tratto più ripido) attraverso un sentiero all’ombra di una vegetazione lussureggiante. La spiaggia e’ totalmente diversa, più oceanica e selvaggia, molto lunga, totalmente assolata, con correnti forti e onde che possono rendere difficile la balneazione e con le consuete rocce di granito a fare da contorno. Qui l’obiettivo è godersi il panorama, noi abbiamo avuto la fortuna di essere gli unici visitatori, ce la siamo vissuta in totale solitudine, come se fossimo su un’isola deserta tutta per noi. E da qui, percorrendo a piedi un sentiero nella foresta, abbiamo raggiunto Petite Anse, sullo stesso stile della precedente, più piccola, ma assolutamente da vedere. Proseguendo ulteriormente per 20 minuti si arriva ad Anse Coco, più godibile come balneazione per la presenza di una piccola piscina naturale tra le rocce tipiche dell’isola in un contesto comunque selvaggio e di mare oceanico.

Partendo dal piccolo centro di La Passe, consigliamo inoltre di percorrere in bici il tratto di strada che, verso nord, conduce ad Anse Severe, una spiaggia poco pubblicizzata che a noi e’ piaciuta moltissimo perché poco affollata. Il mare è’ ottimo per fare il bagno nei momenti di alta marea, mentre nelle fasi di bassa marea si creano delle piccole piscine naturali dove stare piacevolmente in ammollo. E se il sole e’ troppo forte ci di può riposare all’ombra degli alberi di takamaka. Proseguendo in bicicletta si arriva ad Anse Patate e da qui il sentiero diventa una pista ciclabile molto scenografica, a picco sul mare, che arriva fino ad Anse Banane e Anse Fourmis.

E infine non può mancare la gita alle isole di Coco e Felicite’ dove si può fare un ottimo snorkelling ammirando i bellissimi fondali ricchi di pesci colorati e, se si è fortunati come noi, nuotare insieme alle tartarughe marine.

Dopo l’atmosfera tranquilla e rilassata di La Digue, lontana anni luce dalla frenesia dei nostri tempi moderni, e’ stata la volta di Praslin, che abbiamo raggiunto con una breve traversata in nave veloce, il cosiddetto Cat Cocos, e dove siamo rimasti 5 giorni. L’isola è più grande, lunga 12 km e larga 5, e noi ci siamo organizzati visitandola con i bus locali, a contatto con la gente del posto e a prezzi molto contenuti.

Per quanto riguarda l’alloggio, anche qua abbiamo scelto una guesthouse, Rosemary, semplice, accogliente e comoda perché vicina alla fermata dell’autobus e ai vari ristorantini in cui cenare la sera. La posizione e’ invidiabile, sulla Cote d’Or, e oltrepassando un cancello sulla veranda si arriva direttamente sulla bella spiaggia di Anse Volbert, lunga 3 km, con mare calmo e acqua cristallina, perfetta per i bambini che possono anche riposare all’ombra delle palme. Da qui partono le escursioni per St Pierre, ottima per lo snorkelling, e per Curieuse, un’isola incontaminata in cui vivono tartarughe giganti che scorrazzano in libertà.

Sicuramente non può mancare la visita di Anse Lazio, la spiaggia più famosa di Praslin, con la sua forma a mezzaluna, di un bianco abbagliante, con le caratteristiche rocce di granito e con una fresca zona d’ombra alle spalle puntellata di palme da cocco. Noi l’abbiamo raggiunta in autobus e, una volta scesi, c’è da fare una passeggiata di circa 1 km, con un tratto in salita. Per chi preferisce la comodità, e’ possibile arrivare direttamente sulla spiaggia con un auto a noleggio o in taxi.

La spiaggia di Praslin che abbiamo preferito e’ Anse Georgette. È’ una spiaggia pubblica collocata all’interno del Lemuria Resort a cui occorre richiedere l’autorizzazione per potervi accedere. Noi abbiamo effettuato la prenotazione tramite la nostra guesthouse e, in considerazione del numero chiuso di turisti che possono entrare, la spiaggia resta pressoché’ deserta per tutta la giornata. Più piccola e raccolta rispetto ad Anse Lazio, e’ un gioiello con sabbia dal colore bianco perla, mare di colore turchese, una ricca vegetazione di palme. Noi l’abbiamo raggiunta col bus locale, scendendo alla fermata davanti al Resort , attraversando i campi da golf in un percorso ondulato di circa 20 minuti. Il mare e’ generalmente mosso e il contesto selvaggio e molto suggestivo, la pace assoluta domina.

Oltre alle belle spiagge, l’isola è famosa per l’imperdibile Vallee de Mai, patrimonio mondiale dell’Unesco, l’unico posto al mondo in cui cresce il Coco de Mer, un albero oggetto di molte leggende: il frutto ha infatti una strana forma che ricorda un fondoschiena femminile e si narra che abbia fatto fantasticare i marinai che, approdando sull’isola dopo lunghi mesi di navigazione, credettero di aver scoperto il giardino dell’Eden. Il parco impegna una mezza giornata ed è visitabile sia in autonomia che affidandosi a una guida locale attraverso vari percorsi all’interno di una rigogliosa foresta con, in sottofondo, il costante canto degli uccelli e il rumore delle foglie delle palme da cocco mosse dal vento.

Gli ultimi 3 giorni li abbiamo trascorsi a Mahè, che abbiamo raggiunto via mare. L’isola è piu’ civilizzata, piu’ grande e forse un po’ troppo dispersiva, le spiagge sono forse meno suggestive rispetto ai paradisi di La Digue che, con le sue dimensioni raccolte, resta per noi ineguagliabile ma anche di Praslin. In ogni caso merita una visita, magari da pianificare negli ultimi giorni di soggiorno per essere già sull’isola da cui parte il volo di ritorno per l’ Italia. Qui, in considerazione delle maggiori dimensioni (27 km di lunghezza per 7 di larghezza) ci siamo organizzati noleggiando un’auto, con prudenza perché la guida è a sinistra e, almeno all’inizio, bisogna prenderci la mano. Questo ci ha permesso di muoverci in totale autonomia visitando in libertà le principali attrazioni, in primis Victoria, la capitale piu’ piccola al mondo, con il suo mercato colorato con i banchi del pesce, delle spezie e dell’artigianato locale.

E poi tantissime spiagge che abbiamo incontrato via via girando l’isola con l’auto. Partendo dalla capitale, in pochi chilometri si raggiunge la famosa spiaggia di Beau Vallon, molto amata sia dai locali che dai turisti che possono divertirsi con lo snorkelling e la pesca in un mare calmo e senza correnti. Il luogo è forse un po’ troppo commerciale ma comunque ben attrezzato e organizzato con bar e aree di ristoro per soddisfare le esigenze delle famiglie, anche con bimbi piccoli, o per trascorrere una serata piacevole cenando in uno dei numerosi ristoranti della zona. Proseguendo sul tratto occidentale si incontra Grand Anse, non balneabile per la presenza di un mare molto agitato, ma da godersi con una bella passeggiata sulla spiaggia bianca accompagnati dalle alte onde cavalcate dai surfisti. E poi, piu’ a sud, Anse Soleil, dove hanno girato il mitico film “Laguna Blu”, con la sua sabbia fine e dorata dove fare una sosta gustando un ottimo pranzo di pesce nel piccolo ristorante sulla spiaggia, Baie Lazare che fa fantasticare pensando alle avventure del primo esploratore francese Lazare Picault, a cui deve il nome, che approdo’ in questa spiaggia nel Settecento, la spettacolare Petit Anse, raggiungibile a piedi in una ventina di minuti e infine la nostra preferita, Anse Intendance, la piu selvaggia di tutte, con i suoi 2 km di lunghezza e i suoi cavalloni scenografici, il paradiso dei surfisti. E risalendo per il tratto orientale, Anse Forbans e Anse Royale, ottima per il nuoto e lo snorkeling.

E qui termina il diario del nostro viaggio, con la rispolverata di una miriade di foto che, a guardarle ora mi viene un’irresistibile voglia di tornarci col nostro bimbo per rivivere a tre le emozioni che questo splendido arcipelago è riuscito a trasmetterci, con le sue spiagge incontaminate, le sue rocce dalle forme uniche al mondo e la cordialità del suo popolo, sempre gentile e sorridente

Da mettere in valigia: indumenti estivi; k-way; creme solari ad alta protezione; scarpette da mare per non ferirsi con i coralli; un adattatore per la spina di corrente; repellenti contro le zanzare, rare nella stagione secca in cui abbiamo viaggiato noi; una torcia per la sera a La Digue; un medicinale contro la nausea da usare se si ha la sfortuna di trovare mare agitato nelle traversate tra un’isola e l’altra e infine NON DIMENTICATE IL PASSAPORTO!!